Da Bottega ad OLT… una saggia evoluzione

Da gennaio si sa, la bottega cambia volto, non è più un semplice ritrovo serale dove ognuno si estranea dalla propria routine per qualche ora, si trasforma.

Il lavoro fatto fino ad allora serve appunto per prepararsi a ciò che sta per accadere e che tutti, chi più chi meno, temono.

Ecco, il maestro entra dall’uscio con una valigetta piena di copioni, nessuno sa cosa gli aspetta, la curiosità è palpabile, tutti girano attorno alla stanza tentando di carpire qualche indizio sul tema dell’anno.

Ora le luci si abbassano, restano solo 2 fari accesi e la tenue luce delle stufe; tutti tacciono.

“quest’anno mi piacerebbe portare in scena Elettra” a queste parole del sommo magister i più si osservano pensando:” sarà una tragedia scritta dall’Enel probabilmente.”

Alcuni dotti invece capiscono subito di che si tratta, ma non ragguagliano gli altri anzi, si alzano vanitosamente e con fare da lord inglese, annuiscono per dare la loro approvazione (...come se servisse poi). Il condizionale usato da “colui che dall’alto tutto vede (essendo appunto in regia)” non è che una maniera cordiale per dire che “quest’anno si fa Elettra, punto!”

La trama viene finalmente spiegata anche ai comuni mortali che, con fare sottomesso, accettano.

“bene allora cominciamo dando una letta, tu mi fai Elettra, tu Crisotemide, tu Clitemnestra, tu Oreste e tu Egisto.

Il resto intanto fa il coro, dopo vediamo se cambiare qualcosa.”

Con infinita bontà il sommo lascia indurre che esso non abbia ancora deciso a chi far fare cosa; anche se in realtà la sua testa ha solo bisogno di sentirsi dire: ”bravo, la decisione è giusta anche stavolta, sei proprio bravo!”

La serata così finisce, tra auto convincimenti per alcuni e grossi dubbi per altri. Ci si da appuntamento per il giovedì successivo.

Rientrati dopo 7 giorni nell’angolo più a sud della Siberia, si ripete la medesima scena: ”quest’anno vorrei proporvi La città abbandonata, Domino, la promessa di matrimonio e 150.. ma non sono ancora sicuro, proviamo e poi decidiamo.”

Da notare con che maestria il “sempreverde albero delle idee malsane” ti induca a credere che le decisioni sul da farsi vengano prese insieme.

Per creare ulteriore confusione porta sul palco un altro paio di scritti, destinati a morire da lì a 5 minuti; il tempo di lasciar credere che esistano ancora dei dubbi.

Passano alcune settimane, ora le scene sono finalmente definite.

Le prove continuano una settimana dietro l’altra, la meta sembra ancora lontana. In questo periodo il “cast” viene ripetutamente sollecitato a velocizzare l’abbandono del copione, ma quest’ultimo, convinto che sia troppo presto, arranca nel farlo, disdegnando il consiglio ”dell’onnisciente” che invece, stranamente, ha ben visto il ritardo che si sta per materializzare!!!

Manca ormai solo un mese e mezzo al debutto, poco più, gli ultimi cinque o sei rimasti gettano con riluttanza il copione, ormai si tratta solo di impastare bene gli ultimi ingredienti.

È un periodo frenetico, al classico giovedì sera si aggiungono serate in cui ogni gruppo si trova per conto suo, vengono chiamati a raccolta l’elite della compagnia a cui vengono affidate le redini di alcune scene.

La tensione diventa palpabile e ogni prova diventa una corsa contro il tempo e contro se stessi.

La domanda giunge spontanea:” ce la faremo in tempo?” Mancano ormai 2 settimane, AIUTO!!!!!

Ed ecco, ultima settimana.

Lunedì -5 al debutto.. martedì -4…… mercoledì -3…. Giovedì -2… venerdì -1: allestimento e prove generali.

Sabato sera: “sono pronto? verrà qualcuno? mi sono ricordato di portare tutto? Oh no, mi tocca pure truccarmi!” Riscaldamento vocale, ultime parole del maestro, tanta merda!

Gola secca, testa per aria, paura, adrenalina e…………. il sipario si apre. Comunque vada, sarà un successo.

Care

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